Primo Festival Mondiale delle Resistenze e Ribellioni contro il Capitalismo

Finisce il 2014, anno importante per il Messico, paese che sta sperimentando una forte presa di posizione riguardo ai problemi politici e sociali che da tempo lo divorano.  “Mexico está despertando” é la frase che si inizia ad ascoltare, e sicuramente il movimento sociale nato dall’indignazione per la desaparición dei 43 Normalistas di Ayotzinapa ha generato un forte impulso alla coscienza comune per contrastare un sistema politico nel quale il popolo messicano non si é mai riconosciuto.

Ed é proprio a cavallo tra la fine di questo cruciale 2014 e l’inizio del nuovo anno che l’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale ha deciso di organizzare il Primo Festival Mondiale delle Resistenze e Ribellioni contro il Capitalismo, quasi a sancire un momento di riflessione per fare tesoro di quanto accaduto e tradurlo in una strategia organizzativa per la lotta dell’anno appena iniziato.

Il Festival é stato realizzato in collaborazione con Il Congresso Nazionale Indigeno (CNI), organizzazione dal basso nata per il riconoscimento dei diritti dei Pueblos Indígenas, e ha voluto coinvolgere diversi stati del Messico con una carovana che dal 22 dicembre 2014 fino al 3 gennaio 2015 ha viaggiato dal Estado de Mexico verso Morelos, Campeche fino ad arrivare in Chiapas, nella Universitá Indigena della Terra di San Cristobal de las Casas.

Le ottanta organizzazioni facenti parte del Congresso e rappresentanti i trentacinque gruppi indigeni originari sono state accompagnate nella carovana da organizzazioni in lotta di altri 26 Paesi del Mondo aderenti alla Sexta Declaración de la Selva Lacandona; il Colletivo Solidaria43 era con loro.

Su decisione delle stesse EZLN il palco é stato dedicato per tutta la durata dell’evento ai genitori dei compagni scomparsi di Ayotzinapa, portati come esempio di lotta nella ricerca di una giustizia e di una veritá che non riguarda solo loro ma tutto il mondo, nelle varie declinazioni di espropriazione e lotta per il territorio.

cit. ” La lotta dei famigliari di Ayotzinapa è l’esempio e lo stimolo per chiunque vuole verità e giustizia in tutti i paesi del pianeta. Vogliamo seguire l’esempio dei padri e delle madri che hanno lasciato la loro casa e la loro famiglia per lavorare e incontrarsi con altre famiglie che condividono lo stesso dolore, rabbia e resistenza.”

Una settimana di condivisione di esperienze di lotta, un dialogo tra le organizzazioni indigene del Messico e altri mondi che ascoltano, portando a loro volta i racconti dei problemi che li riguardano nei vari Paesi di provenienza. Si ascoltano e si confrontano, scoprendosi a volte uniti da sopraffazioni comuni come la lotta contro i Megaprogetti che stanno devastando i territori messicani e i territori europei, altre volte impegnandosi a comprendere aspetti culturali che li differenziano.

Ed é proprio il portavoce delle EZLN, il subcomandante Insurgente Moisés, che durante la festa di fino anno nel Caracol zapatista di Oventic tra le montagne del Chiapas  prende la parola pronunciando un discorso che invita a riflettere sulla necessitá di unire le forze per portare avanti un disegno comune di cambiamento della societá, senza aspettare soluzioni  da un singolo individuo o da un singolo partito, ma autorganizzandosi dal basso con la partecipazione di tutti.

cit. “Come si costruiscono la democrazia, la giustizia e la libertà?Non c’è un sola risposta. Non esiste un manuale. Non esiste un dogma. Non c’è un credo.Ci sono molte risposte, molti modi, molte forme. 

Ognuno guarda i propri risultati e impara dalla sua e dalle altre lotte. Mentre quelli in alto si arricchiscono con i soldi, quelli in basso si arricchiscono con esperienze di lotta.[….] Siamo noi, i popoli, le donne, gli uomini, gli otroas, abitanti delle campagne e delle città che dobbiamo prendere per mano la libertà, la democrazia e la giustizia per una nuova società.

Questo è quello che stanno facendo i padri e le madri dei compagni desaparecidos. In mille maniere dobbiamo lottare per conquistare una società nuova. Dobbiamo partecipare tutti, con diversi gradi d’impegno, alla costruzione di questa nuova società.”

Un messaggio forte e chiaro, rivolto non solo al Messico, ma a tutto il mondo.

Partendo da questa riflessione, l’impegno dei vari gruppi partecipanti si é tradotto nell’organizzazione di una seconda carovana che nel 2015 porterà le rivendicazioni di Ayotzianapa in Europa dove sia a livello sovranazionale, con la Commissione Europea, sia a livello nazionale dei singoli stati, si intrattengono forti relazioni di cooperazione economica, politica e culturale con lo stato messicano.

¡Alto a las desapariciones forzadas!

¡Vivos se los llevaron, vivos los queremos!

Nessuno è STATO…Fue el Estado!

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